Il peso dello zaino
- Viandante
- 12 gen 2018
- Tempo di lettura: 2 min

Quante volte rientrando da un viaggio ci è resi conto di aver usato la metà degli oggetti a disposizione...
Oggetti. Utili o inutili. Spesso inutili e pesanti.
Ho imparato all'importanza di preparare bene il proprio zaino prima della partenza per il cammino per Santiago di Compostela.
Ho dovuto fare i conti con un peso che non superasse 10% del mio peso corporeo, oltre che con i limiti imposti dalle regole di Ryanair in fatto di bagagli a mano.
Ho fatto e rifatto quello zaino almeno una decina di volte, confrontandomi anche con altri viaggiatori e con altri camminatori che vanno già fatto il cammino prima di me, e ho deciso di lasciare a casa la maggior parte delle cose che in altre occasioni, prima di allora, mi sarei portata.
Sembra banale, ma partire per quel tipo di viaggio, e ragionare con quella logica è meno facile di quello che sembra, interviene la paura di trovarsi in difficoltà e di non avere abbastanza oggetti con sé.
Ho fatto un grosso lavoro, sia logistico che di accettazione, tanto da dimenticarmi persino il pettine per i capelli!
Sono partita con lo stretto necessario, e ho scoperto che non avevo bisogno di nulla, perché tutto quello di cui necessitavo era dentro di me o sulla strada.
In questa occasione ho imparato quanto il peso dello zaino sei una metafora della vita e della quotidianità, e che ci sono momenti in cui arriva l'ora di decidere cosa portare con sé e cosa lasciare indietro.
Durante un cammino ci si lascia alle spalle tanto, emozioni, sentimenti e talvolta anche le persone.
Concluso il cammino, una delle cose che da subito più mi è mancata è stata proprio lo Zaino sulle spalle.
Ma di fatto mi sono resa conto che questo peso lo portavo quotidianamente sulle spalle, come ho fatto per raggiungere Santiago, così nella vita.
Rientrando a casa la prima cosa che ho fatto è stata fare una cernita delle cose che non mi servivano, di quegli oggetti che stanno chiusi in dispensa per anni inutilizzati, dimenticati, e disfarmene. Con l'occasione ho anche racimolato qualche centinaio di euro, che male non fa!
Dopodiché, ho fatto lo stesso lavoro con le persone.
In alcuni casi è stato molto semplice, in altri meno, ma ho sentito l'esigenza di togliere dal mio zaino le persone che lo appesantivano ulteriormente, le persone negative, quelle che giudicavano senza mai mettersi le mie scarpe. Ho deciso di non tenere vicino a meno persone con cui non posso condividere il mio modo di sentire la vita.
Il risultato di questo lavoro è stato sentirsi molto più leggeri.
Ho deciso di circondarmi soltanto di persone simili a me e vicine al mio modo di vivere, e di pensare; può sembrare egoismo e isolamento, ma non è così, vuol dire cercare di circondarsi di persone affini, con cui stare bene, sentirsi a proprio agio, e con cui non dover usare una maschera.
Ogni volta che parto, anche solo per una escursione in giornata, preparo lo zaino con una sorta di religioso rispetto; esso ha cambiato completamente la mia visione e il mio approccio alla vita.
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